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Grazie mille delle visite
Ho voluto creare questo sito, per mettere a disposizione a tutti voi queste foto di questi posti stupendi e che finora sono riuscito a visitare e spero che sia solo l’inizio.



Ciascuno nelle proprie scelte di vita fa riferimento a una scala di preferenze;
Su due o tre gradini piu’ alti della mia c’e il viaggiare e la fotografia.
Catturare le cose della vita, impadronirsene per sempre, per non dimenticarle piu’!!!
Collezionare fotografie e’ collezionare il mondo ……
Come tutte le altre cose che conosci viaggiando: culture, religioni ed esperienze personali.
Ho potuto esplorare vari paesi:
Australia,Cina,Cuba,Thailandia,New York,Malesia,India,Nepal,Cambogia,Vietnam,Somalia,Egitto,Tunisia,
Istambul,Budapest,Londra,Madrit,Barcellona,Lisbona,Monaco,Roma. 

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…Ci sono esperienze che ti cambiano…non è facile vedere cose terrificanti…l’ignoranza della guerra mangia i valori della vita e distrugge tutto quello che di bello c’è. L’inizio del mio sito dovrebbe toccare le coscienze di tutti…per dare voce al vero valore della vita…ritorniamo a vivere…urliamo “PACE”…valore universale in questo mondo ingiusto dei grandi!!! Le fotografie inserite vogliono raccontare quello che ho visto in Vietnam, Cambogia e Somalia…e rappresentare la vera vergogna…l’America. La cruda realta’ della Cambogia Da più di vent’anni la Cambogia è un Paese che conosce solo persecuzioni, torture e morte. Eredi di un antico e potente regno che impose la sua influenza nel Sud Est asiatico circa mille anni fa. Oggi i Cambogiani sono una tra le popolazioni più povere del mondo. Una popolazione stremata dal genocidio dei Khmer rossi, dalla guerriglia più accanita, dalle interferenze da parte di potenze straniere, un Paese che ancora oggi da quel che ho visto non conosce la pace. Un triste primato sono le mine… La Cambogia è cliente privilegiato dei fabbricanti di mine. Le stime di materiale bellico, disseminato su circa 180.000 chilometri quadrati del suo territorio, vanno dai 4 ai 10 milioni di mine e di bombe inesplose. Secondo esperti del settore, ogni mese sono 600 le persone che muoiono e 300 quelle che rimangono mutilate. Attualmente la Cambogia è uno dei Paesi al mondo col maggior numero di disabili fisici; su una popolazione di circa 9 milioni di abitanti. I mutilati sono circa 40.000. Sminare costa: si è calcolato che per disinnescare le mine occorrono addirittura 1.000 dollari, mentre il costo medio è di appena 7 dollari. Per bonificare questo Paese ci vorrebbero 15 anni… Visitando la Cambogia sono rimasto veramente sconcertato da tutto ciò… come poi in altri Paesi… Ho voluto inserire questo mio commento personale perchè sia a conoscenza di tutti…  

 Lo Sterminio di Pol Pot in Cambogia. Oggi i cambogiani sono circa 14 milioni, praticamente 7 milioni in più rispetto al periodo che ha preceduto il genocidio perpetrato dai Khemr rossi o per meglio dire dall’organizzazione di Pol Pot l’Hitler Asiatico, a partire dal 1975 che secondo le parti sarebbero 3 milioni di vittime sterminate nei campi di concentramento, per dimenticare il genocidio i cambogiani si sono messi a fare sempre più figli , questo almeno quanto da loro raccontatomi. Solo alla fine di luglio del 1997, la radio ufficiale dei Khmer annuncia uno scoop: l’arresto e il processo di Pol Pot la cui morte avvenne l’anno successivo anche se rimane sempre un mistero.Una cosa gravissima che l’opinoine pubblica non ne hai mai parlato o se in modo lieve, vi ho voluto fare vedere in alcuni scatti che ho fatto l’orrore e la vergogna …..

 

PRENDI UN SORRISO,REGALALO A CHI NON L’HA MAI AVUTO .
PRENDI UN RAGGIO DI SOLE ,FALLO VOLARE LA DOVE REGNA LA NOTTE.
SCOPRI UNA SORGENTE ,FA’ BAGNARE CHI VIVE NEL FANGO.
PRENDI UNA LACRIMA,POSALA SUL VOLTO DI CHI NON HA PIANTO.
PRENDI IL CORAGGIO,METTILO NELL’ANIMO DI CHI NON SA LOTTARE.
SCOPRI LA VITA,RACCONTALA A CHI NON SA CAPIRLA.
PRENDI LA SPERANZA,E VIVI NELLA SUA LUCE.
PRENDI LA BONTA’,E DONALA A CHI NON SA’ DONARE.
SCOPRI L’AMORE,E FALLO CONOSCERE AL MONDO.

 
 La non violenza e’ la forza piu’ grande in qui dispone l’umanita’.E’la piu’ potente arma di distruzione escogitata dall’ingegnita’ dell’uomo. La distruzione non e’ la legge degli uomini.
GHANDI

E-mail:     viaggiare11@libero.it   Image hébérgée par hiboox.com
 
 “Diario di viaggio tra Thailandia e Cambogia”

Arrivato il grande giorno, si parte per una nuova avventura verso il misterioso Oriente. L’arrivo nella grande metropoli di Bangkok, come poi in tutti i posti Asiatici e’ un impatto non tanto piacevole per via delle stagioni delle piogge che provocano un tasso di afa non indifferente pari a un 90%. Sono però  fortunato il sole ne fa’ da padrone. Tra canyon di grattacieli di cemento, rombanti veicoli che sfrecciano con rumori assordanti, questa e’ la vera Bangkok, strade a 12 corsie e sopraelevate questa e’ la capitale delle Thailandia dal 1782 come stabilito dal primo Re della dinastia Chakri Rama I. Il nome e’ una contrazione di Bang Makok, che sta’ a significare “Villaggio delle prugne selvatiche” e il nome ufficiale in Thai e’ una specie di scioglilingua. Mi fermo tre notti, il giusto per vedere le cose più importanti. La prima visita e sicuramente la più bella e’ quella al tempio del Buddha di Smeraldo che sarebbe il Wat Phra Kae. E’ una meraviglia architettonica di luccicanti Chedi (Stupa) dorati apparentemente sospesi in aria, di lucide tegole arancioni e verdi tetti che trafiggono il cielo umido di colonne rivestite di mosaici e di ricchi frontoni di marmo. Dopo passo al Palazzo Reale oggi usato dal Re soltanto in occasione di alcune celebrazioni ufficiali senza dubbio nel vedere tale costruzione si rimane senza fiato. A 15 minuti di strada c’è  il Wat Pho che ospita il più importante Buddha disteso e la più ricca collezione di statue del Buddha della Thailandia e anche la sede nazionale per l’insegnamento e la conversazione della medicina tradizionale Thai. Passando dall’altra parte del fiume (Tamburi) c’è uno straordinario tempio il Wat Arun con una torre stile Khmer di 82 metri, costruito durante la prima metà del XIX secolo su commissione di Rama II, molto spettacolare. Da vedere c’è ne parecchio dalla parte centrale di Siam Square dove ci sono i vari centri commerciali e dove si possono trovare nuovissime tecnologie con prezzi ottimi e i vari quartieri di Chinatown, Phahunat e Banglamphu dove e’ possibile fare acquisti in vari e svariati mercatini. Penso che 3 giorni siano più che sufficienti per visitarla. Dopo la visita della capitale thailandese parto via terra per la Cambogia passando per Trat e cambiando vari mezzi arrivo al confine, mi fermo alla prima cittadina Ko Kong e pernotto per aspettare la mattina seguente il pullman che mi porta a Sihanoukville. Non e’ la prima volta che visito la Cambogia, ci sono stato nel 2005 quando mi sono fermato per visitare i Templi di Angkor Wat a Siem Reap, che dire un posto fantastico la gente anche se povera e’ disponibile e sempre pronta ad aiutare e a regalare un sorriso. Oggi i cambogiani sono circa 14 milioni, praticamente 7 milioni in più rispetto al periodo che ha preceduto il genocidio perpetrato dai Khemr rossi o per meglio dire dall’organizzazione di Pol Pot, a partire dal 1975 che secondo le parti sarebbero 3 milioni di vittime sterminate, per dimenticare il genocidio i cambogiani si sono messi a fare sempre più figli , questo almeno quanto da loro raccontatomi. Solo alla fine di luglio del 1997, la radio ufficiale dei Khmer annuncia uno scoop: l’arresto e il processo di Pol Pot la cui morte avvenne l’anno successivo anche se rimane sempre un mistero. Dopo questo piccolo excursus storico torniamo al mio viaggio. Arrivo a Sihanoukville, località di mare che rimane nel golfo della Thailandia ed è il porto principale della Cambogia. Chiamata anche Kompang Sam attira sia i residenti che gli stranieri che possono passare un week end tranquillo per riposare sotto gli alberi di cocco e le spiagge bianche nonchè appassionati d’immersioni che partono all’esplorazione dei fondali delle magnifiche isolette tropicali al largo delle costa. Il primo giorno di visita mi prendo un tuc- tuc e vado ad esplorare le varie spiagge, come città artistica non offre tanto, si possono visitare due      templi e il piccolo porto. Per la sera, se amanti di serpenti, si può andare a cenare alla The Snake House, ristorante molto carino il cui proprietario e’ un russo, dove si possono gustare piatti tipici cambogiani e russi, naturalmente senza essere mai persi di vista da questi simpatici rettili. Ah, dimenticavo, questi ultimi a loro volta sorvegliati da un coccodrillo di circa 1,5 m. A Sihanoukville ho pernottato da un amico italiano che possiede una Ghest House. Dopo avere passato 3 notti parto per la capitale Phnom Penh che rimane a 5 ore di viaggio dalla località di mare. Le strade sono ben gestite e mentre mi osservo il panorama suggestivo mi faccio scappare qualche click della macchina fotografica sulle varie abitazioni a mò di palafitta. Non ho detto che la guida e’ come in Italia, invece in Thailandia al contrario.

Phnom Penh deve il suo nome a una certa Madame Penh, secondo la leggenda scoprì 4 statue di bronzo in un tronco di albero che galeggiava sul Mekong. Per mettere il suo tesoro al riparo costruì una collina di pietre: il Phnom sul quale fu edificato uno Stupa e l’antico villaggio di pescatori divenne la residenza dei Re Khmer verso il XV secolo. Inizio la visita alla città dal Palazzo Reale che risale all’inizio del XX secolo  i suoi edifici principali sono stati commissionati da architetti Khmer e Francesi del Re Nordom e successivamente dal Re Sisowath, e’ estremamente affascinante, con i tetti ricoperti di tegole dipinte, fronte pizzi intarsiati e cortili fioriti con lunghe gallerie. Passo poi a una realtà triste ossia al museo del genocidio o S21, costruito dai francesi come edificio scolastico e trasformato in seguito nella più terribile prigione di tutta la Cambogia. Qui dall’aprile del 1975 al gennaio 1979 quasi 15 mila persone sono state rinchiuse e sottoposte alle più orribili torture prima di essere uccisi dai Khmer rossi di Pol Pot nel campo di sterminio di Choueng Ek. Lo visito, ma preferisco non parlare di questa cruda realtà. Ciò non significa però far finta di niente e chi volesse può rendersi conto di tali atrocità guardando alcune  foto nel mio sito che valgono più di mille parole. Ci sono poi varie pagode e templi da visitare, molto bella e’ la pagoda d’Argento a Wat Phom in cima ad una piccola collina alta 30 m. Da non perdere inoltre i vari mercatini, da quello centrale con più di 2 mila bancarelle, a quello russo che vanta le preferenze dei turisti in quanto meglio assortito se si vogliono acquistare i più svariati souvenirs. Molto carine sono anche le gite in battello sul fiume Sisowath. Chi cercasse invece vita notturna, qui, come poi nella maggior parte dei paesi orientali capita male. Bisogna accontentarsi dei tipici locali ”del turista”. Dopo aver  passato una settimana in un paese così emozionante lascio con il cuore la bellissima Cambogia e rientro in Thailandia con un volo verso Chain May. Una delle molte domande che i thailandesi sono soliti porre a uno straniero in visita e’: “sei già stato a Chain May?” come sottolineare che e’ una tappa obbligatoria. La città vecchia e’ un quadrato preciso delimitato da canali e resti di mura dove è possibile visitare molti templi importanti tra i quali, Wat Chian Man, costruito nel 1296  tipico esempio di architettura tradizionale del Nord con possenti colonne in Tek e  Wat Phra Singh iniziato nel 1345 dal Re Pa Yo e portato a compimento tra il 1385 e il 1400 che ospita la statua di Phra Singh. L’attrattiva turistica principale e’ il bazar notturno che rappresenta un  retaggio di carovane di mercanti provenienti dallo Yunnan, che percorrevano l’antica via commerciale fra Simao ( Cina) e Mawlampaing (Mynmar) facendo tappa in questa città. Il primo giorno di permanenza noleggio una macchina con autista ed assieme ad una coppia di Milano che ho conosciuto all’aeroporto di Bangkok (Matteo ed Elisa che qui calorosamente saluto) ci dirigiamo  a visitare  uno spettacolo di scimmie. Tra l’altro all’ingresso di consegnano con 20 Bath un cestello con dentro un po’ di arachidi e banane per far si che si avvicinino più a noi. Dopo mezz’ora che facciamo conoscenza con i vari simpaticoni, inizia il primo spettacolo della mattina ,dove questi animaletti  vanno in bici e giocano a pallacanestro, fanno le flessioni e nuotano. Non lontano da quel complesso si possono poi andare a visitare le tigri. Qui con 300 bath si può scegliere l’opzione di entrare nel loro recinto chiaramente con varie persone della security che tengono sotto controllo queste belve, esperienza unica! L’ultima tappa della giornata e’ un tempio sopra alle colline di Chian May . Per arrivarci bisogna salire circa 360 scalini ma ne vale la pena, e’ veramente carino e il panorama che si può ammirare da lassù lascia senza fiato!!!. Il giorno seguente facciamo un tour nella giungla con gli elefanti.  Mi sono molto divertito nel vedere come questi animali fanno la doccia utilizzando la proboscide, esperienza anche questa che vivamente consiglio di fare almeno una volta nella vita!

Dopo andiamo a visitare il villaggio delle” donne giraffa”,così chiamate in quanto fin da piccole utilizzano degli anelli intorno al collo che aumentano di numero man mano che crescono proprio con l’intento di allungare il collo. Viste dal vivo fanno veramente impressione, un po’ triste questa cosa ma ovviamente è loro tradizione.

Pranzo a base di verdure e poi si parte per il rafting per chiudere in bellezza la giornata!

Resto un attimo basito quando vedo la “canoa” sulla quale dovevo salire. Tante canne di bambù legate assieme senza nessuna protezione nei lati,adrenalina allo stato puro!Partiti però mi rendo conto,un po’ deluso, che quello che si stava andando a fare era un giro turistico tranquillo lungo il fiume dove di tanto in tanto si incontrava  qualche piccola “cascata”,lungi quindi dal potersi chiamare rafting!!! L’ultimo giorno mi noleggio uno scooter e mi avventuro nelle strade che circondano la citta’. Dopo quasi tre settimane trascorse in giro a visitare quanto più possibile, mi concedo, prima di ritornare in Italia, qualche giorno di puro semplice e meritato relax!Si va ora alla scoperta delle isole e per fare questo prendo un volo per Ko Samui. Appena prendo una barca e mi sistemo per 3 giorni a Ko Phangan definita isola selvaggia .L’assenza di un aeroporto e di strade asfaltate ha finora salvato questa isola dal turismo anche se e’ abbastanza visitata. Ci sono spiagge per tutti i gusti molto belle e se vi piacciono le feste aspettate la luna piena e andate a Hot Rin, che in quell’occasione ospita la più grande festa sulla spiaggia di tutto il mondo chiamata “The Full Moon Party” ma se non fa per voi potete andare a fare snorkeling e scoprire belle formazioni coralline. Mi prendo un scooter e me la giro tutta, se posso consigliare visitate Hat Yaoo,Hat Yang,Hat Sadet, ritengo siano le spiagge più belle .Dimenticavo ci sono anche delle cascate Thom Sadet nella parte orientale dell’isola,ci sono massi sui quali sono state scolpite insegne reali di Rama V  e VII in occasione delle loro visite ma sono un po’ deludenti. Il quarto giorno prendo di nuovo una barca e mi sposto a Ko Tao che significa  “Isola delle Tartarughe”, deve questo nome alla sua forma. Per ragioni di tempo non mi fermo, prendo subito un’altra barca per spostarmi in un isola il cui nome e’ “Ko Nang Yang”. Due sole parole per descrivere quest’isola a 10 minuti da Ko Tao ……UN PARADISO!!…

Monopolizzata da 3 isolette collegate tra loro da un idilliaco banco di sabbia, sopra vi e’ un unico resort dove è possibile pernottarvi solo previa prenotazione visto che i posti sono limitati. Possono comunque entrarci tutti, ma la permanenza in caso di non pernottamento è ammessa solo nella fascia oraria 10:00- 17:00. Posto incantevole dove regole ferree nel rispetto della natura incontaminata ne fanno da padrone, tra le altre ad esempio l’obbligo di non portare con sè  bottiglie di plastica. Per gli amanti delle immersioni e’ un vero parco marino. Tra l’altro prenotando direttamente sul sito del resort, è previsto uno sconto del 40% sulla camera se si fanno minimo 2 immersioni al giorno. Qui ho fatto anche la prima esperienza di immersione notturna, che dire, uno spettacolo a mare aperto. Ci siamo immersi fino ad una profondità di 20 metri e la sensazione è quella di nuotare all’interno di un acquario: barracuda,razze,pesci di mille colori e coralli di tutti i tipi. Il Diving del resort e’ gestito molto bene. Vi e’ la possibilità di iniziare un corso Open e per chi non volesse portarsi dietro tutta l’attrezzatura può tranquillamente noleggiarla all’interno dello stesso. Ma il posto è l’ideale anche per i non amanti delle immersioni in quanto permette di potersi  rilassare al sole godendosi il paradisiaco panorama, oppure fare delle passeggiate lungo il pontile che circonda l’isola.

Dopo 35 ore d’aereo, 25 di pullman, 7 di boat, 20 di scooter e all’incirca 90 di spedita camminata,tornato in Italia, come sempre restano le riflessioni personali e i ricordi che non smetterò mai di conservare all’interno nel mio cuore.

Lungo il mio cammino ho potuto scontrarmi con realtà sicuramente lontane dal nostro modo di vivere ma non smetto di chiedermi se le persone “povere” siano loro o viceversa.

Non aggiungo altro in quanto le mie foto parlano da sole!!!!!

 

  DIARIO DI VIAGGIO

TRA LE ISOLE DI PERHENTIAN

E LA MALESIA

L’idea di questo viaggio è nata da un consiglio di un’amica, che l’anno precedente aveva visitato questi luoghi. Leggendo, come mia consuetudine, le guide del Lonely Planet e della Routard, scrivo il mio programma di viaggio, in base ai miei interessi…

La partenza è fissata per il 31 luglio 2004 da Bologna, con volo diretto ad Amsterdam, per poi ripartire per Kuala Lumpur dopo 3 ore…

Il 1 agosto metto piede in terra Malesiana e, in attesa del volo successivo per raggiungere Kota Baharu, che rimane al confine della Thailandia, esco dall’aeroporto per assaporare il clima afoso.

Arrivato alla meta, dopo un lungo viaggio, mi accingo a traghettare per le fantastiche isole di Perhentian. Mi fermo su una delle isole più belle, Kecil, e, al mio arrivo, rimango a bocca aperta per la vista di questa fantastica laguna, con un’acqua così trasparente che non ha nulla da invidiare al mare dei Caraibi. Non essendo l’isola molto turistica, all’arrivo, mi tocca scendere dal traghetto direttamente nell’acqua con le valigie, perché il molo è inesistente. Gli alloggi sono abbastanza spartani, ma…dimenticavo…al mio arrivo, messo piede sull’isola, ho ricevuto un’accoglienza un po’ “particolare”: sono stato accolto da un’aquila addomesticata!!! Nel pomeriggio ne approfitto per farmi un giro sulla spiaggia e per assaporare questa bellezza incontaminata… Ceno poi a base di frutta tropicale in un ristorantino sulla spiaggia, tra l’altro, al modico prezzo di 2 dollari.

Con le prime luci del mattino, vado a fare snorkeling, ed ho così l’occasione di osservare la barriera corallina, che è veramente incantevole, e le tartarughe giganti che, nel vedermi, scappano impaurite all’impazzata!!!

L’indomani mattina, prendo una piccola imbarcazione e vado a fare un tour sulle altre isole… In genere, ma non sempre, quella più “in” è anche la più bella…comunque, questa volta è proprio così…mi riferisco alla stupenda isola di Long Beach… C’è da fare attenzione però…mentre passeggiavo sulla spiaggia, ho rischiato che mi cadesse in testa una noce di cocco piuttosto grande…c’è mancato davvero poco!!!

Lasciando queste bellezze, con un pensierino di venirci ad abitare, sono diretto a Kuala Terengganu. Per raggiungerla occorrono circa 4 ore di viaggio, che decido di effettuare in taxi al modico costo di 15 dollari…che “affare”…in Italia ci avrei lasciato di sicuro lo stipendio!!! Arrivato, visito la zona di Chinatown, il mercato centrale, la collina Bukit Puteri, il palazzo del Sultano Istana Maziah e la moschea Zainal Abidin. Purtroppo, per mancanza di tempo, non riesco a fare una visita alle cascate Sekaiu, che rimangono a 60 km da Kuala.

Nella hall dell’hotel faccio conoscenza con un argentino “giramondo”, che mi racconta tutte le sue avventure e mi parla dei luoghi in cui è stato…

Al costo di 10 ringitt (1 euro = 5 ringitt), mi sposto a Kuantan, che rimane a 350 km da Kuala… Qui, visito la moschea di Negeri Masjid e la plaza, poi faccio un giro per i vari negozi… La sera ne approfitto per mangiare un bel piatto di pesce a soli 10 ringitt…che bontà…chissà quanto avrei speso in Italia!!!

Il 9 agosto parto per il National Park Taman Negara, uno dei parchi, o per meglio dire giungla, più vecchi al mondo… Arrivo in bus fino a Jerantut, per poi prenderne un altro fino a Kuala Tembeling, che rimane a 30 km, per prendere, infine, un battello e arrivare, dopo 3 ore di boat, a Kuala Tahan, il campo base immerso nella giungla… Appena arrivato, prenoto una prima escursione notturna per un safari night su un PK. Il safari night è molto interessante e mi permette di fare molti “incontri” con animali tipici del luogo, specialmente con vari tipi di snake…per fortuna sono sul PK!!!

La seconda escursione la faccio in mattinata ad un villaggio aborigeno e ad un ponte tibetano, sospeso per il parco. Naturalmente, queste escursioni prevedono la risalita del fiume, all’andata, e il rafting, con piccole rapide, al ritorno…un’esperienza davvero fantastica e nuova, per me che non l’avevo mai provato…ma ho dovuto sigillare per bene la telecamera, per evitare danni…comunque, facendo un bilancio finale, è stata una gran bella esperienza!!!

Il 12 agosto parto per la capitale, Kuala Lumpur, ed impiego, per raggiungerla, circa 4 ore di viaggio. Dopo avere trovato una sistemazione per la notte, già fremo all’idea di andare a vedere subito le torri più alte del mondo: le Petronas Towers. Ci arrivo mentre il sole sta tramontando e le luci di contorno delle due torri si accendono…è davvero uno spettacolo indescrivibile vedere questa immensa struttura, collegata con un piccolo ponte a 186 metri di altezza… Ma il vero spettacolo è dall’alto, dove si domina tutta la grande città e il triangolo d’oro, oltre all’altra torre, alta ben 421 metri…

La mattinata successiva faccio un’escursione alle Batu Caves, che rimangono a 30 km dal centro: si tratta di grotte, che, ad essere sincero, non ho trovato molto interessanti. La cosa positiva è che, nei dintorni di queste grotte, ci sono templi e pagode molto belli… Nel pomeriggio visito Tehean Tloo Temple, la stazione di Kuala Lumpur, il Lake Garden, il Bird Park e il mercato di Pedaling…

Dovendo dare un parere personale, la gente è davvero tranquillissima e il loro tenore di vita è discreto, naturalmente non paragonabile al nostro…

Il 15 agosto eccomi a Melaka, ex colonia portoghese e città patrimonio dell’UNESCO. A prima vista è molto interessante, specialmente il luogo che scelgo per pernottare: si tratta di una casa del 1700, tenuta divinamente bene, con all’interno una piccola piscina. Tutto il complesso è in stile portoghese e la camera che prenoto è abbastanza economica: 4 dollari a notte. Da visitare c’è parecchio: St. Paul’s Church, St. Peter Church, Stadthujs, Cheng Hoon Teng Temple, Poh San Teng Temple e il mercato Muziun Budaja…

Tutto vale veramente la pena di essere visitato, finora Melaka è, a mio parere, la città più bella della Malesia e il mio consiglio è di dedicare alla visita di questa stupenda città almeno 2 giorni del vostro viaggio…

Sconsiglio, invece, di visitare l’isola di Besar, perché a mio parere non ne vale veramente la pena, l’unica cosa bella è il campo da golf che è davvero immenso…

Melaka assomiglia un po’ a Macao (che, per chi non lo sapesse, è una città che si trova in Cina, a circa 50 km da Hong Kong): lo stile è lo stesso e, tra l’altro, anch’essa è stata colonia portoghese fino al 1997.

L’ultima meta di questo mio viaggio è Singapore, e per raggiungerla impiego circa 4 ore di viaggio. Singapore, confrontandola con Melaka, è tutta un’altra città, che definirei in “stile Londra”: molto pulita e piena di divieti molto rigorosi…

Ad esempio, è obbligatorio, per i pedoni, attraversare la strada sulle strisce pedonali e chi non rispetta questo obbligo rischia fino a 200 dollari di multa; rischia una multa altrettanto salata anche chi non dovesse rispettare il divieto di buttare il chewingum a terra, in questo caso la multa ammonta a 150 dollari…

I divieti sono tanti e, come dicevo prima, anche molto rigorosi, perciò bisogna stare molto attenti…ma, in fondo, è giusto così…

Dimenticavo…2 dollari di Singapore valgono un euro…

Molto bella e particolare è la zona centrale di Chinatown, Little India. Il giorno stesso in cui arrivo, in serata, ci sono i fuochi artificiali sulla baia, ed è uno spettacolo impressionante vedere questi fuochi che si rispecchiano nei grattacieli e nel mare…

L’indomani mattina prendo la cable car e visito Sentosa Island, molto bella e suggestiva, che è il luogo adatto per una giornata di riposo e per sistemare le foto…

Purtroppo questo viaggio termina qui e mi lascia tanti bei ricordi: non dimenticherò mai tutte le esperienze che ho fatto, così come tutte le conoscenze che ho appreso sulle persone e sulle religioni…per non parlare poi degli stupendi paesaggi che rimarranno sempre nella mia memoria…

Spero, il prossimo anno, di raccontarvi un’altra bella avventura…chissà quale sarà la meta tra India, Cambogia, Vietnam e Laos…    

  VIAGGIO IN CINA

  Ecco qua il mio primo viaggio fuori dall’Europa, a parte la missione umanitaria fatta in Somalia nel 1992…

La partenza avviene il 28 luglio da Bologna, con scalo a Roma, per prendere il volo Air China CA 940, velivolo Boeing 747, con arrivo a Pechino il 29 luglio…

Un viaggio così lungo non l’avevo mai fatto, però non ho avuto nessun problema, anzi…lo rifarei subito!!!

Vi chiederete: “Perché la Cina???”. Semplice: perché mi ha sempre attratto e poi, al momento, preferisco visitare prima l’Oriente…

All’arrivo nella grande capitale, Pechino, che conta 10.000.000 di abitanti e 8.000.000 di biciclette, il clima è pessimo, con il 95% di umidità e una cappa inspiegabile di smog…

La prima visita è destinata al Tempio del Cielo, unico al mondo per struttura e significato, e oggi un parco dove, all’ombra di pini e cipressi secolari, giovani e anziani convergono di primo mattino per praticare la ginnastica tradizionale, il “Taijiquan”, o per fare il consueto pic-nic… Il complesso fu costruito contemporaneamente alla Città imperiale (1406-1420) e doveva essere il luogo di contatto rituale tra il cielo e la terra (il cielo era considerato tondo dagli antichi Cinesi e la terra quadrata: al cielo, al sole e all’Imperatore erano riservati i numeri dispari).

Un itinerario consigliato mi indica di vedere, con precedenza, l’Altare Circolare, la volta Celeste Imperiale e il Tempio della preghiera…direi che ne vale veramente la pena…

Poi, visito il Tempio dei Lama, letteralmente il Palazzo dell’Eterna Armonia: uno dei templi più ampi e meglio conservati della capitale. Originariamente era il palazzo di Yangzheng, quarto figlio dell’Imperatore Kangxi (1662-1723). Al tempio è annesso un Monastero, che ospita 300 Monaci Lamaisti (seguaci del Dalai Lama) e 200 studenti, fra Cinesi e Tartari, impegnati nello studio del dharma, della matematica, della retorica e della medicina. Uscendo verso nord c’è la Sala dell’Eterna Protezione, con il Buddha della Longevità e, alla sua sinistra, il Buddha della Medicina…

Il 31 luglio, di prima mattina, vado a visitare la piazza più ampia del mondo, che si estende 800 metri in lunghezza e 500 in larghezza, il cui nome è “Tienanmen”: essa ospita il ritratto di Mao Tse Tung ed è molto pubblicizzata dai telegiornali.

Entro, poi, nella monumentale, gigantesca, elegantissima, splendida Città Proibita. Tutto questo complesso si estende su una superficie di 5 kmq e risale principalmente al XIV secolo. Il palazzo è circondato da un fossato largo 50 metri, ancora pieno d’acqua, dove oggi si va in barca, e da una cinta muraria alta 13 metri… Per visitare la Città Proibita occorrono almeno 2 ore, ma ne vale la pena, anche se è stata in parte ricostruita…

Uno dei vicoli più caratteristici di Pechino è Dazhalan: in esso si possono ammirare case del XVII secolo, alcune delle quali decorate con stucchi multicolori.

Mi sposto a 20 km a nord di Pechino per visitare il Palazzo d’Estate. Passo, poi, alla necropoli dei Ming, oppure “Shisanling”, che significa letteralmente “le 13 tombe”, che si trovano sulle colline Tiansaeshan…

Non ho detto una cosa molto importante: a Pechino i ristoranti chiudono molto presto, solitamente intorno alle 20,00…

L’indomani mattina mi dirigo a 64 km dalla grande città, per vedere la Grande Muraliga a Badaling, che i Cinesi chiamano “Wang Li Chang Cheng”. Si tratta dell’unica opera fatta dall’uomo e visibile ad occhio nudo dalla luna; essa, infatti, è lunga ben 6.350 km, in linea d’aria, dal suo punto più occidentale (passo Jiayuguan nella provincia Gansu). La Grande Muraglia fu sì un’opera di difesa dai Mongoli, ma anche una strada fortificata, che permetteva rapidi spostamenti di merci, per il commercio, e di forze di difesa. Per descrivere questa opera non bastano parole né commenti…tutto fa parlare di sé osservandola… Nell’ingresso principale ci sono parecchi negozietti molto caratteristici, che vendono le miniature della Muraglia e tanti altri piccoli souvenir a prezzi veramente modici… Per non parlare delle cucine improvvisate, dove con 2 dollari puoi pranzare!!!

Ci sono poi delle pescherie un po’ “particolari”, che mi lasciano molto perplesso… Vi chiederete il perché… Semplice: al loro interno, da una parte vendono il pesce e dall’altra…ti puoi scegliere il tuo bel serpentello, naturalmente vivo, pronto per essere messo in pentola!!!

Il 2 agosto parto, con un volo dell’Air China, per Xian. Questa città è la capitale della provincia dello Shaanxi e si trova, a 466 metri di altitudine, nella pianura di Guanzhang, a sud del fiume Wei, ed ha 6,5 milioni di abitanti.

La prima visita la faccio alle Mura Ming, che in gran parte sono state restaurate e riportate agli antichi splendori. Esse hanno un perimetro di 12 km, sono alte 12 metri e larghe dai 12 ai 14 metri in alto e tra i 15 e i 18 metri alla base… A mio parere vale la pena di vederle, non è così invece per la città interna…

Molto particolare è la Foresta di Stele, annessa al Tempio di Confucio. Queste steli riportano testi clanici buddhisti su pietra di Kaicheng, oltre a testi storici, trattati d’arte e di filosofia, critiche ad artisti e pittori ed intere antologie…

Spostandomi verso sud dalle Mura Ming, visito la Grande Pagoda dell’Oca selvatica e il Tempio della buona volontà, che risalgono al 647 d.C., poi restaurati nel 1580…ma, sinceramente, penso che recentemente sia stato fatto qualche ritocco, perché è tutto troppo perfetto…

Nel marzo del 1974 (l’anno in cui sono nato io!!!), il contadino Yang Zhifa, tentando di scavare un pozzo per attingervi acqua da utilizzare per l’irrigazione dei campi, trovò la testa in terracotta di un guerriero, a 5 metri di profondità, un chilometro e mezzo a est dal tumulo imperiale di Qin Shihuangdi… Così, 2 anni dopo, nel 1976, gli archeologi iniziarono gli scavi di pozzi di ispezione e venne alla luce la scoperta archeologica del XX secolo: l’Esercito di terracotta.

Il complesso è stato protetto con un immenso hangar e non è consentito scattare fotografie. Nel 1987 l’UNESCO ha incluso il complesso nell’elenco del patrimonio culturale umano.

Ci sono tre fosse, contenenti ognuna una parte dell’Esercito di terracotta, ad altezza reale d’uomo… La prima fossa è profonda 5 metri, lunga 230 X 62 metri di larghezza, per una superficie complessiva di 14.260 mq. Essa contiene 6.000 guerrieri alti tra 1,75 e 1,97 metri, che sicuramente facevano parte della guardia imperiale, vista la statura decisamente superiore alla media dei Cinesi… Tre file di 70 balestrieri e arcieri ciascuna aprono la falange sul lato orientale e, dietro a loro, disposti su 36 file di 150 guerrieri ciascuna, ci sono le varie squadre, ognuna delle quali è disposta su 4 file ed è assistita da un carro montato da una auriga e da un arciere e trainato da quattro cavalli (lunghi 2 metri e alti 1,5 metri al garretto).

La seconda fossa è a forma di “L” ed è la più interessante. Essa è stata aperta al pubblico nel novembre 1994, è ampia 6.000 mq e contiene un esercito composto da 3 battaglioni: uno di fanteria, uno di cavalleria e i guerriglieri in corazza, per un totale di 900 guerrieri… La cosa interessante è che ogni guerriero è diverso dall’altro: le acconciature sembrano essere state fatte in fretta e varie sono le uniformi e le fatture delle corazze, a sottolineare che la guardia imperiale era composta da combattenti dei vari eserciti provenienti da tutta la Cina.

All’uscita della terza ed ultima fossa passo per il classico negozietto che vende i souvenir e, per ricordo, acquisto due statue in terracotta che rappresentano due guerrieri, naturalmente di dimensioni ridotte, anche se si possono trovare anche in altezza originale… In vendita in questo negozietto è possibile trovare anche il libro che narra la scoperta dell’Esercito di terracotta e, a pubblicizzarlo, c’è proprio il vecchiettino che ha scoperto questa fantastica tomba…

Il 4 agosto arrivo, con un volo, nella cosmopolita Shanghai, la città più popolosa della Cina (la terza del mondo) con 14.000.000 di abitanti. Il clima è sempre molto afoso, l’umidità si aggira infatti intorno al 95%…praticamente si è sempre sudati!!! Confrontandola con altre città, questa metropoli è molto più avanzata tecnologicamente e vi è un migliore tenore di vita…

La prima visita la faccio alla Città Vecchia, la zona più caratteristica della città. Vi si trovano l’ex Tempio degli Dei Cittadini, dove gli spaghetti si stirano a mano e i ravioli vengono cotti al vapore…; il Padiglione del Tè, con la sua antica struttura lignea a due piani coperta da splendidi tetti dagli angoli ricurvi, che sorge su una piattaforma, che si erige su un laghetto, ed è collegata alle strade con due ponti a 9 angoli…; il Tempio di Confucio, che risale al 1219, e che è davvero molto bello e consiglio di “farci un salto”…; e, per finire, il Tempio del Buddha di Giada…

Intendendo visitare un solo Museo in Cina, il mio consiglio è di visitare quello di Shanghai…uno dei musei più belli e moderni del mondo…così dicono le guide… La sezione più importante è quella dei bronzi antichi, che copre un arco di storia di 3.700 anni, e dove è possibile ammirare esemplari di ding di notevoli dimensioni, urne, contenitori per vino, acqua e cibi e tanto altro ancora…

L’indomani mattina prendo il treno, diretto alla capitale della seta Hangzhou. Questa è una città che offre parecchi mercati, 10 per la precisione, molto forniti di carne e cacciagione, pesce di mare, grandi varietà di frutta e verdura… Naturalmente non ho la possibilità di visitarli tutti…

Nel pomeriggio “faccio un salto” a visitare una piantagione di thè, dove mi mostrano anche come fanno a preparare questa bevanda ambrata famosa in tutto il mondo…

Di bello da visitare c’è il Lago Xihu, formato dall’interramento di una baia originata dal fiume Qiangtang, la cui profondità media è di 1,8 metri e la cui estensione è di 560 ettari. Nel lago ci sono quattro isole…un “saltino” conviene farlo…

Il 9 agosto parto, sempre in treno, per Nanchino per una “visita lampo”, con lo scopo di ammirare lo stupendo Mausoleo, il ponte a due piani, la Città Vecchia, la Collina della Porpora e la Via Sacra…

La mattina seguente volo su Guilin, uno dei maggiori centri turistici della Cina, che rimane vicino al confine col Vietnam… A Guilin non si viene per i musei, ma per un grandioso spettacolo naturale… La sua pianura è stata, in epoca preistorica, un mare e il fondo calcareo di questo, sottoposto a notevoli pressioni della crosta continentale, si è plasmato in una immensa scultura carsica, successivamente erosa da piogge e venti, formando grotte e corsi d’acqua sotterranei… Uno spettacolo meraviglioso che ammiro con una crociera di 6 ore, visitando la Collina della Proboscide dell’Elefante, la Collina di Fubo e la Grotta del Flauto di Camme…ed ho, inoltre, la possibilità di osservare la pesca del cormorano…

L’ultimo volo interno che faccio in Cina è lo spostamento da Guilin alla fantastica isola di Hong Kong, che significa “Porto profumato”… Con un tram della fine del secolo si può percorrere il fronte del porto e con la funicolare (Peak Tran) è possibile raggiungere la cima del Picco Vittoria (650 metri). Da quassù, se non ci sono nuvole, si domina tutta l’isola: il porto, Kowloon, la baia di Aberdeen e tutta la bellezza e la multimedialità che c’è… La cosa spettacolare è che Hong Kong è collegata con Kowloon da 5 tunnel sotterranei…

L’ultima escursione la faccio a Macau, in circa 45 minuti, con un idrovolante… Essa è un’ex colonia portoghese ed è molto bella e particolare da visitare…

Come primo viaggio è stato molto movimentato, ma d’altronde, avendo poco tempo a disposizione e molte cose da vedere, bisogna correre!!!

Ecco qua, in poche righe vi ho sintetizzato il mio diario di viaggio della Cina, che è giunto al termine il 29 agosto…